Indicazioni sugli Alunni con Svantaggio Linguistico e Culturale

La categoria dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale rientra nella più ampia definizione di BES. E’ una delle  tre grandi sotto-categorie oltre a quella  della disabilità e a quella dei disturbi evolutivi specifici (DSA).

 

 

Nel  processo d’apprendimento dell’italiano L2 si distinguono due fasi:

 

1.-Fase dello sviluppo delle le competenze necessarie per  la comunicazione quotidiana (Italbase)

 

2.-Fase dello o sviluppo delle competenze necessarie per studiare  (Italstudio).

1.La lingua per comunicare(Italbase) può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente  extrascolastico. 

  1. Per apprendere la lingua dello studio( Italstudio), invece, possono essere necessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche .

 

LINEE DI RIFERIMENTO PER L’INDIVIDUAZIONE DEGLI ALUNNI NELLA FASE DI  ITALSTUDIO  

 

CHI SONO GLI ALUNNI NELLA FASE  DI  ITALSTUDIO?

Sono alunni di origini non italiane, che apprendono l’italiano come seconda lingua.

Molti  alunni nati in Italia, ma figli di genitori stranieri, anche se hanno frequentato nel nostro Paese la scuola Primaria e possiedono una conoscenza della lingua italiana sufficiente per la vita quotidiana,  non acquisiscono, nella maggior parte dei casi,  le  competenze linguistiche previste per un adeguato  proseguimento degli studi  nella scuola secondaria di primo grado.

In molti casi le  problematiche interculturali e di integrazione rendono indispensabile da parte del Consiglio di classe, una particolare attenzione che si concretizzi sia in una programmazione didattica calibrata con selezione o riduzione dei contenuti disciplinari,  sia in un sostegno adeguato di supporto linguistico (A2 + Italstudio B1 e B2).

Occorre prevedere una valutazione per gli alunni stranieri modulata in modo specifico ed attenta alla complessa esperienza umana di apprendere in un contesto culturale e linguistico differente, adattando gli strumenti e le modalità con cui attuare la valutazione stessa.

Problematiche nell’ambito di situazioni generali 

FATTORI LINGUISTICI -SOCIO-AMBIENTALI

  • Problemi linguistici
  • Deprivazione sociale
  • Famiglia problematica 
  • Diversa cultura di provenienza
  • Gravi problemi economici 

 

STRATEGIE DI INTERVENTO PER GLI ALUNNI IN FASE DI ITALSTUDIO

La lingua per lo studio  rappresenta il principale  veicolo  per l’apprendimento delle varie discipline.

Uno degli obiettivi prioritari nell’integrazione degli alunni stranieri è quello di promuovere l’acquisizione di una buona competenza nell’italiano scritto e parlato, nelle forme ricettive e produttive, per assicurare uno dei principali fattori di successo scolastico e di inclusione sociale. 

Gli alunni stranieri  si devono confrontare con due diverse  strumentalità linguistiche: 

-La lingua italiana del contesto concreto, indispensabile per comunicare nella vita quotidiana (la lingua per comunicare) . Questa può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente  extrascolastico. 

- La lingua italiana  necessaria per comprendere ed esprimere concetti, sviluppare l’apprendimento delle diverse discipline e una riflessione sulla lingua stessa (la lingua dello studio).  Per apprenderla e padroneggiarla possono essere necessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche.

  • Lo studio della lingua italiana deve essere inserito nella quotidianità dell’apprendimento e della vita scolastica degli alunni stranieri, con attività di laboratorio linguistico e con percorsi e strumenti per l’insegnamento intensivo dell’italiano. 

  • L’apprendimento e lo sviluppo della lingua italiana come seconda lingua deve essere al centro dell’azione didattica. 

Occorre, quindi, che tutti gli insegnanti della classe, di qualsivoglia disciplina, siano coinvolti.

    (vedi Progetto pilota del MIUR, Direzione generale del personale della scuola, in collaborazione con 

     21 Università: “Azione italiano L2: Lingua di contatto, lingua di culture”). 

  • E’ necessaria, pertanto, una programmazione mirata sui bisogni reali e sul monitoraggio dei progressi di apprendimento nella lingua italiana, acquisita via via dall’alunno straniero.  

Nella fase iniziale ci si può valere di strumenti e figure di facilitazione linguistica (cartelloni, alfabetieri, carte geografiche, testi semplificati, strumenti audiovisivi o multimediali, ecc.) 

Una volta superata la prima  fase che mira a  promuovere lo sviluppo della lingua per comunicare, 

va  prestata particolare attenzione all’apprendimento della lingua per lo studio perché  rappresenta il principale  veicolo  per l’apprendimento delle varie discipline.

Situazioni particolari

  1. 1. Alunni che, anche se nati in Italia, hanno entrambi i genitori di nazionalità non italiana, quindi alunni con ambiente familiare non italiano: i genitori non garantiscono un sostegno adeguato nel percorso di acquisizione delle abilità di scrittura e lettura.

  1. Minori non accompagnati: alunni privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori. La legge prevede norme specifiche e si richiedono interventi adatti a ogni singolo alunno.

  1. Alunni figli di coppie miste: bambini con uno dei genitori di origine straniera. Tali allievi acquisiscono dal genitore italiano la cittadinanza e le loro competenze sono spesso sostenute dalla vicinanza del padre o della madre che hanno frequentato la scuola in Italia. 

  1. Alunni arrivati con adozione internazionale: per l'inserimento scolastico sono previsti percorsi personalizzati per consolidare l'autostima e la fiducia nelle proprie capacità di apprendimento.

  1. Alunni rom, sinti e caminanti: gruppi di origine nomade, al cui interno sono presenti molteplici differenze di lingua, religione, costumi. 

In questo ambito si riscontra un elevatissimo tasso di evasione scolastica e di frequenza irregolare. Si richiede molta flessibilità e disponibilità ad impostare percorsi di apprendimento specifici e personalizzati, che tengano conto della diversa cultura.